martedì 24 luglio 2012

Progetto Europeo “Citizenship in glocal institutions: from local to global”

Ecco il meritato premio!
Dopo un anno di intenso lavoro, che ha visto gli alunni delle classi seconde impegnati nella conoscenza delle Istituzioni locali (Comune, Comunità di Valle, Provincia, Regione, Stato) e delle Istituzioni Europee (Consiglio d’Europa, Parlamento Europeo, ecc…) e, contemporaneamente, anche in un percorso di approfondimento in Lingua Inglese, un gruppo di 24 ragazzi, scelti secondo criteri di merito, si è recato prima in Francia, poi in Belgio e infine nei Paesi Bassi.
Durante il viaggio che si è svolto dal 22 al 28 aprile 2012,  sia gli alunni sia i quattro docenti accompagnatori, hanno avuto l’opportunità di visitare la sede del Consiglio d’Europa a Strasburgo, il Parlamento Europeo e la sede dell’Euregio a Bruxelles oltre alla possibilità di ammirare le bellezze culturali e artistiche di diverse città europee.
A Bruxelles abbiamo avuto una guida d’eccezione: il Dott. Vittorino Rodaro, direttore dell’Ufficio Euregio per la Provincia di Trento il quale è rimasto a disposizione del gruppo raggiunto, nel frattempo, dal Presidente della Comunità della Valle di Sole dott. Alessio Migazzi intervenuto in rappresentanza delle Istituzioni locali.
Molto significativa è stata, anche, la visita alle miniere di Marcinelle dove il Dott. Filippi (Segretario dell’Associazione Trentini nel mondo) ha illustrato nel dettaglio la vita dei minatori e il tragico incidente che causò la morte di centinaia di persone, molte delle quali di origine italiana.
Le impressioni e le riflessioni comunicate alla fine dell’anno sono state molto positive sia da parte degli alunni sia dei genitori i quali hanno creduto nell’esperienza fin dall’inizio ritenendola interessante e costruttiva.
I nostri più sinceri ringraziamenti vanno al Presidente Alessio Migazzi e all’Assessore Michele Bontempelli che hanno collaborato e finanziato in gran parte il progetto, ai Sindaci dei Comuni che hanno contribuito economicamente, al dott. Filippi e all’Associazione Trentini nel mondo e al dott. Rodaro e ai suoi collaboratori per la disponibilità dimostrata, alla dirigente e al personale dell’Istituto, ai colleghi  che hanno cooperato al progetto e ai genitori che hanno condiviso con noi questa fantastica esperienza!


























martedì 10 luglio 2012

SP Mezzana Progetto continuità

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Come tutti gli anni noi insegnanti della Scuola dell’Infanzia e la Scuola Primaria si incontriamo per programmare un progetto di continuità tra i due ordini di scuole.
Ad ispirare e a motivare questo impegno è senza dubbio la consapevolezza che terminare un ciclo scolastico ed iniziarne un altro presume che si venga “catapultati” verso il nuovo, verso nuovi ambienti, nuove relazioni, nuove organizzazioni, nuovi libri, nuovi insegnanti, nuovi compagni…. Quindi il passaggio scuola infanzia-scuola primaria, così come il passaggio verso i diversi gradi della scuola, rappresenta per il bambino un momento estremamente delicato attorno al quale si concentrano fantasie, interrogativi e timori. Entrare in un nuovo ordine di scuola significa per il bambino uscire dalle sicurezze affettive costruite nella vecchia scuola, affrontare nuovi sistemi relazionali, incontrare nuove regole e nuove responsabilità, ma anche essere accompagnato da entusiasmo per il nuovo, da trepidazione, desiderio di scoperta, speranza….
Perciò cerchiamo di costruire un progetto che si prefigge di aiutare i bambini ad affrontare i sentimenti di confusione, preoccupazione e di rassicurarli circa i cambiamenti che li aspettano con proposte che partono dal presupposto che ognuno, alle elementari, proseguirà, amplierà, approfondirà competenze, abilità, conoscenze che ha iniziato ad acquisire alla scuola dell’infanzia.   


Il tema scelto quest’anno è “i giochi del castello”!
Per entrambe le scuole questo ambiente così fiabesco e suggestivo, pregno di significati, trova un aggancio e un collegamento con le attività svolte in precedenza dai bambini.
Perciò si dà avvio all’avventura partendo da un racconto ambientato nel castello della regina Lucrezia dove un furbo giullare di corte ne combina delle belle. La narrazione offre spunti per inventare una serie di esperienze e di giochi che ci permettano di mirare agli obiettivi del percorso di continuità andando a toccare, in forma ludica naturalmente, gli ambiti “matematici” e “linguistici”, oltre che trasversalmente quello motorio, grafico ed emotivo - relazionale.


 
1° incontro
Per rendere tutto più coinvolgente il percorso inizia con un invito che i bambini delle elementari fanno arrivare alla materna.
I bambini della scuola elementare introducono nel “Castello della regina Lucrezia” i compagni della scuola dell’infanzia che a loro volta portano in dono alla regina stessa sei “bellissimi gioielli” da custodire nella sala del tesoro.


E ora assistiamo in palestra ad una piccola rappresentazione messa in scena dagli alunni di prima e ispirata al racconto “La regina Lucrezia”!



Era inverno. da qualche giorno nevicava e tutto era bianco.
Un pomeriggio, mentre mago Teo stava schiacciando un sonnellino, un viaggiatore arrivò con un messaggio per lui. Lisetta svegliò il mago e gli diede un biglietto. Mago Teo si stropicciò gli occhi, inforcò gli occhiali e lesse: -Ho bisogno del suo aiuto. La prego, venga al più presto- . Seguiva la firma: Lucrezia, regina di Collebruno.
Mago Teo si stiracchiò e disse a Lisetta: -Preparati, la Nasona ha bisogno di noi!-
Fu così che, dopo un poco, mago Teo e Lisetta si misero in viaggio diretti al castello di Lucrezia. Con il loro vecchio macinino a quattro ruote, percorsero la strada tutta curve fino al Passo del Falco. Procedevano con prudenza, rispettando le indicazioni dei segnali stradali: le precedenze, gli stop, i limiti di velocità. Giunsero al castello che oramai era notte. La regina li accolse subito nella sala del trono. Era una donna robusta, con un bel viso rotondo sul quale spiccava un gran naso a forma di patata, che attirava subito lo sguardo e per il quale era soprannominata Nasona.
Dopo i saluti la regina disse:
-Mago Teo, ho bisogno del vostro aiuto. Dalla camera del tesoro, tutte le mattine, troviamo che è sparito qualcosa: gioielli, pietre preziose, monete d’oro e d’argento….e senza che nessuno vi sia entrato, perché le guardie davanti alla porta non vedono entrare nessuno… Sembra tutto così strano che abbiamo pensato a un incantesimo. Per questo vi ho fatto chiamare-.  
La regina avrebbe voluto che il mago iniziasse subito le indagini, ma mago Teo e Lisetta erano così stanchi del viaggio che preferirono andare a letto e rimandare tutto al mattino seguente.
Si era appena fatto giorno, quando le  urla della regina svegliarono mago Teo. Egli si alzò, aprì la porta e quasi fu investito dalla regina che gridava: -Anche stanotte hanno rubato!-
Mago Teo si vestì in fretta e furia e corse fino alla stanza del tesoro. In uno scrigno vide la corona reale: al posto del suo più grosso rubino, c’era ora un gran buco nero.
I soldati di guardia alla porta quella notte giurarono che nessuno si era avvicinato alla stanza. il mago e la fata ispezionarono ogni angolo, ogni sasso delle mura, ogni mattone del pavimento e, finalmente, trovarono un indizio: tra le pietre era incastrata un piccola piuma marrone.
-E questa come è arrivata qui?- fece mago Teo. –La stanza è senza finestre. Ci sarà un passaggio segreto. Dobbiamo scoprirlo-.
Ma per quanti sforzi facessero, del passaggio segreto neppure l’ombra. Un po’ delusi, il mago e Lisetta tornarono nella sala del trono. Si sedettero a un tavolo e cominciarono a sgranocchiare delle noci, che erano in un cestino davanti a loro. Intanto, nella sala, si ricorrevano il gatto Ludovico e Ugo, il gufo, animali molto cari alla regina. Svolazzando a destra e sinistra, il gufo finì  per appollaiarsi sulla spalla di mago Teo, che gli diede dei pezzi di noce da sgranocchiare. Osservandolo attentamente, il mago si convinse che la piuma trovata nella stanza del tesoro era proprio del gufo. Fece un cenno a Lisetta, che comprese ma rimase in silenzio.
Per tutto il giorno, mago e fata non persero d’occhio il gufo. Ma fu solo dopo cena che fecero un scoperta veramente interessante.
Per intrattenere la regina e i suoi ospiti, a un certo punto entrò nel salone Arnaldo, il giullare, che effettuò salti e capriole e lanciò in aria palline, birilli, e bastoni. Ma proprio durante i suoi numeri, qualcosa insospettì il mago: ogni volta che un oggetto gli sfuggiva di mano, Ugo il gufo lo prendeva tra i suoi artigli e glielo riportava, tra gli applausi di tutti. Sembrava ammaestrato. Mago Teo decise di sorvegliare i movimenti di Arnaldo.
Quando tutti si ritirarono nei loro alloggi, mago Teo si nascose dietro una tenda, Giunse mezzanotte. Nel buio, una porta si parì e ne scivolò fuori un’ombra scura: era Arnaldo, con il gufo Ugo appollaiato su una spalla. Il giullare si calò in una botola del pavimento, percorse un corridoio, salì una scala umida, e al lume di una candela, spinse una leva. Nel muro si aprì un buco. Ugo si infilò in quel buco e tornò poco dopo con una borsa di monete d’oro tra gli artigli.
Mago Teo capì dunque come sparivano i gioielli: il colpevole era Arnaldo e Ugo il suo inconsapevole complice.
Il mago decise di andare a dormire e di parlarne il giorno seguente con la regina.
Al mattino, le urla della Nasona sembravano cannonate. Mago Teo si girò dall’altra parte e continuò a dormire. Solo più tardi si presentò al cospetto di una regina arrabbiatissima, che lo fulminava con gli occhi.
-Mia regina, ho scoperto il colpevole- fece con voce suadente il mago.
Mago Teo raccontò tutto. Fu deciso un piano per catturare il ladro. Quella notte, le guardie aspettarono che Arnaldo andasse a rubare con il gufo e lo presero con le mani nel sacco. Il giullare fu così portato nella sala del trono. Ora bisognava solo decidere la punizione: impiccarlo alla quercia più alta? Chiuderlo nella prigione più buia? Sottoporlo alla tortura del solletico?
La regina, che non era crudele come voleva far credere, alla fine prese questa decisone: Arnaldo era un bravo giullare e avrebbe continuato a far divertire la regina e i suoi ospiti inventandosi sempre nuovi giochi, inoltre avrebbe badato al gufo Ugo e al gatto Ludovico per tutta la vita e infine, siccome era anche un ottimo pasticciere, avrebbe lavorato nelle cucine reali tutti i giorni per preparare il gelato di cui Lucrezia era molto golosa.
Da allora il gelato per tutti gli abitanti del castello fu assicurato. Tutti i pranzi terminavano con gigantesche coppe ai gusti più svariati: stracciatella, crema, fragola, nocciola, pistacchio….
Per ricompensare mago Teo e Lisetta del loro aiuto, la regina invitò al suo castello anche i bambini amici del mago. Immaginatevi che scorpacciata! Ne mangiarono da farsi venire il mal di pancia!
Ma, inutile dirlo, chi ne divorò una quantità davvero esagerata fu la regina Nasona, gran golosona. 

Dopo la drammatizzazione ci cimentiamo subito in uno dei giochi inventati per punizione dal giullare Arnaldo: “I gioielli della regina”.  

      2° incontro
Tornando alla scuola elementare i bambini vengono accolti nella classe prima e possono accomodarsi nei banchi accanto ai loro compagni più grandi. Ed è qui che hanno la possibilità di vedere all’opera e di utilizzare brevemente la grande lavagna interattiva per realizzare la sagoma del castello della regina Lucrezia e per provare a scrivere le iniziali del proprio nome.
Poi via di nuovo in palestra….
Per la seconda visita alla scuola elementare, il giullare ha inventato un altro divertente gioco da poter fare tutti insieme: “Il ponte levatoio!”.



Concludiamo il 2° incontro con il gioco-canzone “Oh che bel castello” e “Nella città di Trento” …..
 

3° incontro
Questa volta ad aiutare il giullare nell’impresa di inventare nuovi divertimenti, c’è la fata Lisetta che, prendendo l’idea dal soprannome della regina e cioè Nasona perché aveva un naso molto grande, inizia con la sua magia a trasformare le parole: ad esempio Arnaldo diventa prima Arnaldone e poi Arnaldino. E così fa con ogni cosa: prima lo ingrandisce e poi lo rimpicciolisce! Proviamo anche noi a scherzare con i nomi :
naso – nasone - nasino
spada – spadona – spadina  e così via…
 












4° incontro
Il giullare, chissà come, un giorno si ferma alla scuola dell’Infanzia e aiuta la cuoca a preparare il suo gustoso gelato. La notizia si è diffusa in tutto il regno e il gelato si è subito sciolto nella pancia di tutti i partecipanti al progetto continuità insieme a biscotti e caramelle!!!