Korogocho era ed è quel piccolo inferno di 150 mila esseri umani inscatolati nelle baracche fatiscenti della periferia di Nairobi. Il suo nome dice molto: in lingua swahili significa confusione. È una delle 200 baraccopoli della capitale kenyana, dove la disoccupazione è al 60 per cento e pochi superano il dollaro al giorno di reddito; dove l'acqua da bere si compra e la polizia ha paura di entrare; dove le fogne scorrono a cielo aperto e il racket gestisce anche la raccolta dei rifiuti della vicina discarica di Dandora.
La sua testimonianza sui diritti negati ai poveri del Sud del mondo è stata molto toccante ed apprezzata dagli alunni e dagli insegnanti della scuola.